Cornelio Lupo

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Cornelio Lupo
Console dell'Impero romano
Nome originaleCornelius Lupus
Nascita1 a.C. circa
Mortetra 44 e 47
GensCornelia
Consolatosettembre-ottobre? 42 (suffetto)
ProconsolatoCreta e Cirene, prima del 34/35 (pretorio)

Cornelio Lupo (in latino: Cornelius Lupus; 1 a.C. circa – tra 44 e 47) è stato un magistrato e senatore romano, console dell'Impero romano.

Nulla si può dire delle origini familiari e geografiche di Lupo: sebbene sia stato proposto che fosse un patrizio discendente del console del 156 a.C. Lucio Cornelio Lentulo Lupo[1], l'ipotesi è stata generalmente rigettata dalla critica[2][3][4].

Qualcosa in più è noto della sua carriera. Lupo è infatti attestato da varie monete dell'isola di Creta[5] come proconsole pretorio della provincia di Creta e Cirene[2][3][4][6]: il mandato, ricoperto sotto Tiberio[2][3][4][6], non è ben definito[2][3][4][6], ma non può essere stato ricoperto dopo il 34/35[4], giacché per il triennio dal 35/36 fino al 37/38 è attestato come proconsole Publio Viriasio Nasone[7]. Il proconsolato di Creta e Cirene non sembra essere stato una carica particolarmente propizia ad un avanzamento di carriera[3]: dei diciassette proconsoli attestati sotto Augusto e Tiberio, solo uno arrivò a ricoprire il consolato[3].

L'unico proconsole di Creta e Cirene arrivato al consolato è, però, proprio Lupo, probabilmente aiutato dalla sua amicizia con Claudio[3]: Lupo fu infatti console suffetto da settembre fino a forse ottobre del 42[4] insieme ad un altro intimo amico del princeps, Gaio Cecina Largo[8], con il quale Lupo promosse il senatusconsultum Largianum de successione libertorum Latinorum[8], che modificò la lex Iunia Norbana del 19 e stabilì l'ordine dei successibili ab intestato nelle eredità dei Latini Iuniani[9]. Rimane incerto se Lupo, che sostituì precipitosamente Gaio Cestio Gallo[10], sia stato a sua volta sostituito da un altro console suffetto al termine del 42[4][10]: è stato proposto che questo suffetto possa essere Gaio Svetonio Paolino[4].

Infine, Lupo è attestato da Seneca come uno degli amici di Claudio che però il princeps aveva fatto condannare a morte e che lo aspettano nell'oltretomba al momento del suo decesso[11]: i dettagli della sua condanna, forse avvenuta con un processo sommario[12], non sono noti, ma è certo che essa sia stata provocata dal delatore Publio Suillio Rufo[13] e che debba attestarsi tra 44 e 47[2][4][12].

  1. ^ S.J. de Laet, De Samenstelling van den Romeinschen Senat gedurende de eerste eeuw van het principaat (28 vóór Chr. - 68 na Chr.), Antwerpen 1941, p. 114 n° 594.
  2. ^ a b c d e PIR2 C 1400 (Groag).
  3. ^ a b c d e f g R. Syme, Roman Papers, IV, Oxford 1988, p. 181 con nota 31.
  4. ^ a b c d e f g h i A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 488-489.
  5. ^ RPC I 950-959.
  6. ^ a b c B.E. Thomasson, Laterculi praesidum, I, Göteborg 1984, col. 363 n° 16.
  7. ^ AE 1990, 908.
  8. ^ a b Gaio, Istituzioni, III, 63.
  9. ^ P. Buongiorno, Senatus consulta Claudianis temporibus facta. Una palingenesi delle deliberazioni senatorie dell'età di Claudio (41-54 d.C.), Napoli 2010, pp. 134-137.
  10. ^ a b P. Buongiorno, Claudio. Il principe inatteso, Palermo 2017, pp. 87-88.
  11. ^ Seneca, Apocolocyntosis, XIII, 5.
  12. ^ a b P. Buongiorno, Claudio. Il principe inatteso, Palermo 2017, p. 122 con nota 53.
  13. ^ Tacito, Annales, XIII, 43, 2.
  • PIR2 C 1400 (Groag).
  • A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 488-489.

Predecessore Console dell'Impero romano Successore
Gaio Cestio Gallo settembre-ottobre? 42 Gaio Svetonio Paolino?
con Gaio Cecina Largo con Gaio Cecina Largo con Gaio Cecina Largo